Nell'Aprile
del 1991 ci furono le elezioni per i
membri del Consiglio della Corte di
Appello di Roma, in liste bloccate (si
votano solo le liste sostanzialmente,
tutti a pari voti) ed io avevo
preso fuori sacco e più degli altri
oltre una quarantina di voti (mi sembra
42). Un fatto atipico mai successo.
Arrivò
poi Giuseppe de Falco, oggi
PROCURATORE a Frosinone, col "de"
minuscolo (nobiliare), come mi fece notare
un paio di volte con sussieguo
infastidito nel
firmare uno dei
tanti documenti da me stilati e
sottoscritti da quasi tutti, con
tanto di legenda delle firme accanto: non
si poteva esimere, tra il 1990 e la
prima e seconda metà del 1991.
De Falco fece
divenire subito il quartetto un
"quintetto", e dei cinque era il più
scivoloso e sfuggente: mai
intellettualmente o ideologicamente un pò
più brillante, con un profilo pubblico
medio. Loro crearono l'alone
dell'intellettuale intorno a De
Falco, io non ho mai stimato le cose
che scriveva in diritto perchè ordinate e
"pulite" ma didascaliche e scolastiche dal
mio punto di vista. Le cose che scriveva
poi in materia di sicurezza
erano altresì palesemente astratte e
prive della linfa e profondità di
chi applica settori normativi
concretamente, e con efficiente
professionalità mirata al
risultato. Attività
para-intellettuale separata, da carriera
accreditata, in parallelismo perfetto al
mio concreto lavoro e ruolo nella
sicurezza e salute del lavoro: ritenevo e
ritengo insomma che fosse un'attività
para-intellettuale destinata solo a
fini di circuiti "ristretti" interni ed
altro sopra detto. Una certa mia
esperienza nel mondo accademico di
produzioni "librarie" troppo
intense ... mi lasciava infine
scettico: mentre si fa il magistrato a
tempo ipoteticamente pieno poi come si fà
ad essere così "prolifici" ?!
Una
conferma generale sulla catena di
montaggio la ebbi da un noto
esperto di sicurezza che sapeva morte e
"miracoli" di settore, della Pretura,
Procura Circondariale e poi Procura di
Roma.
Ma
ho sottovalutato un libretto
con autore Giuseppe
de Falco sul
MOBBING del 2006 o 2007 mi sembra,
di quelli da "catena di montaggio", mi
fu fatto intendere da Agostino, che me
lo portò in visione, allusivo .
De
Falco fu il primo lucido e manipolatore
ad applicare oralmente davanti a me
il "protocollo", in una riunione
dei colleghi di MD da me convocata
per illustrare i fatti da
Cecchignola in poi e almeno il contenuto
di quella che sarebbe stata la futura
denuncia a Perugia, riunione tenuta
nella stanza di Delia Cardia: con
melliflua e affatto duttile insinuazione
formulò l'ipotesi che avevo
bisogno di riposo e ovviamente, come
alla "Ferrara maniera" (Giovanni Ferrara
il Procuratore di Roma oggetto della mia
denuncia del 7 marzo 2011), lasciò
intendere ai presenti che mi occorreva
assistenza ... Ovviamente l'ottanta per
cento dei presenti era claque contigua
e non avevo più il polso esatto
della situazione della corrente interna.
Solo tre
mesi prima Simonetta Ferraro,
aveva velenosamente fatto pressione
su di me, in una telefonata , esclamando e
svelandosi, con fare intimatorio (
risibile) "sei solo contro tutti".
La frase indicava la "condivisione" e la
scelta predeterminata di farmi fuori dopo
aver cospirato per decenni, non potendosi
questi apparati sotterranei permettersi
che la cosa mia divenisse pubblica
nè, tantomeno, che ne divenisse pubblica
una analisi completa e dettagliata. Ma
significava solo che ero accerchiato da un
apparato potente e "criminaluccio" ,
condiviso, che contava sul mio
isolamento totale.
Cascini, e
ancor più Pesci e de Falco,
soffrivano particolarmente il confronto
pubblico con me, sia in sede tecnico
professionale (specialmente in
organizzazione e gestione informatica e
in materia di sicurezza e salute del
lavoro) che in sedi
istituzionali e politiche esterne non
alla portata intellettuale ed oratoria
della micro-cordata, che pure si andava
lentamente allargando sempre facendo da
claque a sè stessa.
In
Procura circondariale erano arrivati
subito Maria Monteleone,
Paolo
Auriemma,
poi
Rolando
Sabelli, e altri, tra gli
ultimi Luca
Palamara,
Qlentamente
e letteralmente assorbiti,
ma ricollocati all'esterno dalla
cordata che saldava, omologava e a mio
avviso inseriva in circuiti
prima talvolta a loro ignoti i
magistrati ( conservo un ricordo
preciso nel 2002 di un mutamento
visibile di immagine e atteggiamento
di Sabelli che mi aveva all'epoca
colpito .. ). Attualmente dal 2011 si
palleggiano ruoli, scalata e attività
: la cordata della procura romana ...
al "poder" ... ma sino a quanto ?!
E quando le due Procure vennero
unificate, nel 2000 dovettero subire
"l'onta" ennesima di un ruolo
mio importante di ausilio
diretto alla organizzazione
complessiva ed informatica
dell'ufficio unificato, e scalpitavano
, eccome se scalpitavano...
Quando nel novembre 2012 Paolo
Auriemma in
una telefonata sempre registrata disse a
me che " il quadro di insieme era
chiaro" anticipando il
provvedimento finale progettato da anni,
capii ,
letteralmente indignato di
quell'atteggiamento ipocrita e "criptico", che ero
stato realmente accerchiato da tanti
anni e potei ipotizzare che
persino le visite di Gallo a
Maria Cordova a questo servivano,
nell'aprile del 2011, anche. Si
doveva nascondere l'ordito, fallito
intorno alla Cecchignola, ad
ogni costo.
Nel
CSM oltre a Paolo
Enrico Carfì, l'AVV CALVI c'era
nel 2011 anche Vittorio
Borracetti, l'alter-ego
di Claudio Castelli, alternatosi come
segretario di M.D., una M.D. ignota
alla gran parte dei magistrati per bene
che aderivano ed aderiscono a valori ed
idee.
|
Avv
prof. Calvi |
|
Vittorio
Borraccetti |
§§§§§§§§§§
In
Procura circondariale arrivò dal
ministero di Giustizia, credo
a primavera del 1991, Riama
Sarète (uso
questo pseudonimo perchè rivelatasi per
un verso non originariamente intranea a
quel "gruppo", e diversa da costoro,
e anche per aver io
sottovalutato quello che le accadeva
tra il gennaio e l'aprile 1992).
Una donna magistrato equilibrata,
di origini
campane, che rivelava una
simpatia per me, che
ricambiavo: si era in realtà immessa,
dopo un pò che era arrivata alla Procura
circondariale, in una
vicenda personale presto
finita, con
"altra" persona ( a monte vi era
un suo storico e canonico rapporto
ufficiale in crisi, con uomo
impegnato in un lavoro di
rilievo in sede estera - New York).
Sarète entrerà
in uno stato di palese confusione e
stordimento nei primi due mesi
del 1992: all'epoca mi riferì
di curiosi episodi su cui lei
rifletteva preoccupata, compresa una
incursione in dialetto napoletano e una
"manàta lì", mentre su un motorino
percorreva l'olimpica da Montesacro in
direzione di piazzale Clodio. Viveva sola
a Montesacro, e ciò facilitò l'approccio
di Giuseppe Cascini; e credo che la sua
presenza in una delle due case accanto a
piazzale Clodio fosse stata diremmo
"agevolata" da accadimenti di cui
lei aveva una qualche confusa
preoccupazione. Preoccupazione che invece
a me, povero deficente,
apparve allora smodata ed incomprensibile.
Ora mi consta che vi siano le condizioni
per cui lei possa essere
retroattivamente meglio consapevole, dopo
una separazione legale ingaggiata
con l'uomo pericolosetto sposato, definito come
fu definito "un mariuolo" da
Michele Coiro parlando con me seduto al
bar dietro gli uffici giudiziari nel
febbraio 1995. Mi chiedo ancora
perchè Michele non mi disse di più
quel primo pomeriggio.
Nel
novembre 1991 vi fu una scena
indimenticabile: Giuseppe
Cascini nella
sua stanza da "piemmino", che scoppia in
un breve pianto anche un tantinello
nevrotico e malato e mi dice: "lascia
perdere Sarète, ti
devi togliere di mezzo...ti devi togliere di mezzo".
Replicai stupito e diretto: "ma di
che parli ... ma fai sul serio ?!"
spiegandogli che io non ero "in
mezzo", e lo lasciai lì seduto alla sua
scrivania. Ero andato da lui, come
facevo con
tutti, a
portare un breve documento per organizzare
l'assemblea dei colleghi.
Quello
che accadrà dal 1992 in poi è "anche"
frutto di questa miscellanea di umori e
vicende "personali" .
Cascini ottenne
l'ambita preda attirata nella sua
ragnatela anche immobiliare, e la
sposò; e l'unica volta in
cui misi piede già single io
nella casa di Sarète durante
una piccola festicciola-ritrovo dei
magistrati della Procura in particolare,
notai uno stato confusionale di
Sarète nella cucina: me ne preoccupai, ma
pensai ... sono affari suoi. Me
ne pento, occorre essere sempre attenti a
chi ci circonda aiutandolo se possibile,
nei limiti del possibile.
Sarète nel
lontano 1995 (già trasferitasi dal
1994 dalla Procura ad altro ufficio
giudiziario) alluse esplicitamente a
possibili trame, e mi disse "con questa
storia che sei un bell'uomo e piaci alle
donne, ti farai mettere in mezzo"
.... nei guai. Lo disse un pò acida
ma non per sua propensione personale,
mai vissuta concretamente: mi
avvisava e metteva in guardia a modo suo,
e sembrava mettere l'accento su un costume
di vita da single . Io dal canto mio non
potevo capire, ma appiccicai il
post-it giallo alla mia parete
cerebrale.
Era l'anno
di Cecilia, Laura e poi la Silvia Canali.
Nel
1992-1993 si era distrutto il rapporto di
coppia con Daniela: la prima ragazza,
donna e moglie della mia vita per ben 20
anni, a contare i tre anni del
liceo. Era venuta dal Giulio Cesare del
Parioli-nomentano-corso Trieste, in primo
liceo all'Orazio, ma ci conoscevamo
sin da ragazzini nel quartiere
Montesacro. Nel 1992-1993 ancora non
capivo bene cosa fosse successo e
nulla sapevo degli "intrecci" di cui
avrebbe scritto il CSM nel 2012,
lasciandomi esterrefatto persino dopo.
Ma nel 1992-1993 colsi le attività
di un fratello , l'AVV. Marco
Ferraro, che
non valutavo e da cui mi distanziavo
anche a tutela del mio ruolo
indipendente. Anche lui assurse nel 2009,
dopo tentativi falliti, a provvisorio e
parziale vincitore: novello Pirro di una
cordatta di Pirri, una partita volta alla
distruzione di uno dei migliori, estraneo
per vocazione ed indipendenza ad apparati
mariuolate e cordate massoniche: una
partita caratterizzata da una
"eterogenesi del fine ", e che
veniva da lontano.
§§§§§§§§§§
Nella
Procura circondariale
era arrivato il giorno prima della
data della sua "nascita"
istituzionale, con il nuovo
processo
"accusatorio", il 23 ottobre
1989, Giuseppe Corasaniti: lo
conoscevo all'università dal
1976. Saremmo divenuti insieme a
Giuseppe Amato, anche
lui magistrato e anche lui nella Procura
Ccircondariale, collaboratori assistenti
volontari della cattedra di diritto
privato nel 1980. Chi fosse e quale
curriculum avesse Giuseppe C. lo potete
vedere sulla rete, ma potete immaginare
come patisse il confronto diretto con
chi vi scrive. E sin
dall'epoca dell'Università. Viaggiavo, come
dirà l'11 gennaio del 2011 il "faceto" psichiatra
dott. Paolo Girardi, (ma già allora),
"alla
velocità della luce" ed
ero il "pirotecnico" ( così mi
definiva ripetutamente il professore
dinanzi agli occhi smarriti e cupi degli
altri assistenti volontari
giovani, assistente
volontario io, già impiegato
pubblico dal 1976). Tra di essi e
futuri magistrati GIUSEPPE AMATO, GIUSEPPE
CORASANITI ma anche e direi
soprattutto DONATELLA
FERRANTI
(quest'ultima più strutturata,
determinata e, per sue doti, ancor
più consapevole delle mie
caratteristiche e doti: mi inviterà ad
un convegno a Viterbo nel 1988, e l'eco
dei complimenti suoi e l'atteggiamento
ed osservazione pubblica in quel
convegno e subito dopo la mia relazione.
del suo mentore politico in
magistratura MARCO PIVETTI -
attuale Presidente della sezione
tributaria
della Corte di Cassazione-
ancora li ricordo: stima fuor di misura
quasi esagerata dopo la mia relazione
intervento su un tema generale, localizzazione
delle opere publiche e tutela
dell'ambiente, con
riferimenti infine anche alla edilizia
penitenziaria. Un ricordo questo
mio non secondario:
Donatella diverrà
prima segretario del CSM poi
parlamentare poi presidente della
Commissione Giustizia della Camera,
appartenendo al gruppo
parlamentare del PD e relativa
commissione gisutizia. Lei e Marco
Pivetti sanno, sapevano e sapranno
esattamente chi sono e quanto valgo e
valevo... e lui stesso, nemico
mio infine dichiarato dall'epoca della cacciata ad
opera mia di Cascini e Pesci dalla
segreteria di MD nel 1994, non ne faceva
mistero già nel 1988.
E' Marco Pivetti (senza immagine
fotografica reperibile in rete ) che
guiderà negli anni novanta l'ascesa di
questo "apparatino" in forte scalata, ed
io che arginerò o tenterò di arginare
sino al 2004 solo alcune nefandezze,
su una sponda diversa,
idealmente.
Non avrei mai accerchiato con
metodi criminali nessuno, e tantomeno
tentato di far fuori "per stima"
un uomo: alcuni si ergono sulla
eliminazione dell'altro, specie se
migliore, così come fece D'Alema con
Occhetto. A me mancava allora la
chiave di lettura storico strategica, e
quella "sotterranea".
Il resto è analitica recente e generale
informazione e storia.
Novum
purgamentum ( Nuova mondezza ) . DUE
SCHERZOSI E VIRTUALI CONCORSI PER
SDRAMMATIZZARE Partecipate commentando e
valutando ( in astratto ed in anonimo)
secondo logica e criteri : è un gioco
serio e si chiama accerchiare insieme
con intelletto e coraggio il
“pergamentum” che si è incistato nel
cuore dello Stato ). PARTE PRIMA. Alle
00.05 del 14 gennaio 2014 si … Continua
a leggere →
Una attività
orchestrata allo scoperto
per distruggere Paolo
Ferraro. In troppi sanno chi
siano il pessimo autore
& company IL TERZO VIDEO
AUDIO I tre brevissimi
frammenti audio del primo
audio video che ascolterete
in automatico per pochi
secondi servono a farvi
rendere conto immediatamente
(voi che lo conoscete
personalmente) di chi sia
“JESUS FRANCO”. L’autore di
una ennesima e delle … Continue a
leggere →
IL
QUARTO “micro” AUDIO. La macchinazione
autoimplode. E POI IL TENENTE COLONNELLO
ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE
CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e
IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E
ROSSI, PESCI E CASCINI .. e vari
spezzoni di una attività criminale
persecutoria. Leggete, ascoltate
memorizzate e poi riverificate,
ascoltando, e chi capirà non si senta
troppo male, inorridendo. Nel corso
della …Continue
a leggere →
IL DIAVOLO FA LE PENTOLE MA
NON I COPERCHI. I “DIAVOLI” IN
TERRA POI SONO ANCHE IDIOTI. “Beep
Beep stana una filiera di willy
cojotes” BORDER NIGHTS: una
bambina innocente, due professori
universitari di diritto ed economia,
folli e malati, la madre della
bambina, un ufficiale che lavora anche
per i servizi, nell’ombra, due
co-conduttori della trasmissione radio
e Paolo Ferraro … Continua a leggere
→
Dalla direzione Generale degli
Istituti di Prevenzione e Pena del
Ministero di Giustizia, arriverà
sempre nell'ottobre 1989 alla Procura
Circondariale Salvatore
Vitello, alias Filippo: un
personaggio palermitano, militare a
cavallo della vincita del concorso in
magistratura 1983, e sarebbe per questo
entrato concretamente solo col mio corso
del 1984 ( !! ): di medio profilo, manterrà
invece ruoli di potere e presenza
ministeriale forte che abbiamo già dettagliato in
un precedente articolo e video audio .
Un
ruolo da eminenza grigia ancor più
sotterraneo di quello di Pesci e del peso
"sub-istituzionale" forse maggiore di
quello di Cascini.
Di tutto quello che
ho saputo e potrei enucleare
didascalicamente, racconto qui
solo un suo ripetuto alludere alla
"bella mogliettina che avevo", "peccato
che vi siete lasciati", frasi
centellinate e ripetute a distanza di due
o tre anni sempre con fare affettatamente
paternalistico e direi neanche tanto impercettibilmente
allusivo. Non era e non è un Andreotti, e
invece di monitorare mi
aveva fatto ripetutamente insospettire
... senza
conclusioni mie, poi
raggiunte. Nei vent'anni
dal 1992 al 2011 mi sono sempre ben
guardato dall'illustrargli fatti e
sospetti ragionevoli e dal fargli capire
alcunchè. Così ho raccolto sei o
sette "fogliettini gialli" "post-it utili"
(come li chiamo), e l'ultima
telefonata in cui rientra in argomento con
suggestione accorta del tipo "quando si
lavora ... così tanto vanno in crisi i
rapporti di coppia". Sotterraneamente
investigavo, senza saperlo, solo
"osservando" di fatto per venti anni e
memorizzando attentamente, la qual cosa mi
viene naturale; così mi sono
ritrovato ad accertare o capire tante
cose.
Sicchè
hanno imbastito quello che hanno
imbastito, così contortamente e con
attività complesse, e alla fine protocolli di
"ultima specie"; ma senza potermi
affondare definitivamente, da ultimo. In
parte li aspettavo al varco, ma da persona
sana: distinguendo sempre tra dati, fatti,
sensazioni obiettivabili,
intuito e vaglio critico. Niente
paranoie, per loro
odierna disgrazia.
E
mai, dico mai, una logica amico-nemico :
assertivamente solo idee, valori, azioni,
realizzazioni.
Ma
la figura che va ora NECESSARIAMENTE
tratteggiata è quella di Fabio Ravagnani (di cui non si
trova immagine "fotografica"
pubblica): "l'amico
di infanzia", elementari medie
inferiori e superiori insieme, un padre
architetto, famiglia paterna nel cuore del
Tufello, separazione burrascosa del
padre dalla madre nel 1968. Una
leggenda familiare o realtà su un padre
violento, e altre cose più delicate mai
indicate chiaramemnte. Fabio intelligente
ma strano, per alcuni versi, che mi
porterà con lui nel 1968 a vedere il film
di Polanski "Rosemary's baby"; lui era
consapevole, mentre io entravo a vedere il
film per una mera curiosità senza
collocarlo se non nel limbo del
cine-amatoriale (e per entrare
raccontammo di avere già 14 anni).
Fabio Ravagnani con un
"padrino" di Torino (chi fosse non lo
ho mai saputo), Fabio "studioso"
di economia in crescendo, che riceve
borse di studio e comincia a viaggiare nel
mondo e negli Stati Uniti a ventidue
anni, e che seguirà corsi di
specializzazione per anni ed anni a
Cambridge. Fabio di
cui e del cui sviluppo personale
sapevo poco negli anni ottanta, ma
che ritenevo affettivamente il mio amico
di infanzia di sempre. Fabio
Ravagnani che,
dopo un periodo all'università di
Frosinone (dove era diventato
procuratore capo Giuseppe de Falco
nel 2009, mentre Nunzia D'Elia diveniva
Procuratore Aggiunto a Latina e Paolo
Ferraro veniva sottoposto ad un sequestro
di persona e ad una attività criminale
ormai dettagliatissimamente illustrata a
"pubblico qualificato"), vedrà
improvvisamente accelerarsi la sua carrera
universitaria nel 2012.
Fabio
Ravagnani , che
monitorò nel 1992 la crisi che credevo di
coppia con Daniela insieme a Sandro
Galiena avvocato
e solerte amico, e che monitora insieme a Sandro l'ingresso
nella mia vita da single di una
avvocato Laura
(importante), andandola a vedere nella
manifestazione di destra (!!) in
quel del
marzo del 1995 in
piazza di Montesacro, mentre Sandro
la incontra a studio suo e in zona
corso Trieste verso le 12 e io a stupirmi
delle casualità. Lo
stesso Sandro Galiena
che nel
balcone di casa sua (presenti Fabio e Tony),
anno 1985, osserva che "Daniela era la
mia ancora a terra indipensabile" essendo io
un "areostato" (percepii allora, distintamente entrambi
i concetti : atto a volare alto ma al
contempo che si poteva far perdere nel
cielo, togliendogli l'ancoraggio).
Sempre Fabio
Ravagnani monitorò
la vicenda della Cecchignola
intervenendo
attivamente, "chiamato" dall'avv.
Petrucci Luca (quello
della trappola di Cancrini e della semi
confessione al volo del
2010, anche
lui del MANIFESTO poi divenuto
dark o se
preferite rosso
mattone tendente al bruno condiviso, parlando
di politica .. sotterranea). Andarono a visionare domenica
14 novembre 2008 la
casa della Cecchignola e proprio Sabrina,
che reggeva una difficile parte, e che era
anche minacciata nel vivo ("mi
toglieranno il figlio" - n.d.r. se parlo -
diceva, anche dopo il primo incontro
con Cancrini).
Fabio a
cui racconterò nel dicembre 2012 che avrei
interrotto la attività informativa,
allontandomi invece per sempre dall'amico
simulatore ... avendo capito
quanto bastava per decidere di non averci
più a che fare.