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“Palamara”, trasfuso
selettivamente nel “LIBRO”
Rizzoli. Sallusti docet ?! No. Le cose sono assai più vaste, complesse ed intrecciate e più gravi. Non che il “librum” contenga a prima vista particolari falsificazioni nella narrazione di fatti, manovre e manonovrette riportati, anche se molti erano pressochè già noti. Si tratta comunque di assai parziali rivelazioni, non estratte a caso, sulla falsariga dello schema “il manuale Cencelli nelle nomine dei capi degli uffici e le invasioni di campo nella politica”. Più qualche mera allusioncella a mio avviso banalmente generica e suggestiva su cecchini, stanza dei bottoni e su cupola rossa che elimina tutti coloro che tocchino un lato del cemento di potere e la sua nomenklatura. Proprio su ciò sembrerebbe che Palamara vada piano piano "allargandosi" .. usufruendo di una gran cassa mediatica circa la operazione “librum”, a ben vedere pro quota "condivisa" volta per volta sul detto o sul non detto. Ma le cose storicamente e fattualmente come stanno esattamente?! E certo non vengono illustrate tutte, e tantomeno spiegate a fondo. E i cecchini, e se militari sono, chi sono, dove sono ?! E le "morti" inspiegabili civili e non di magistrati di sinistra ?! Possibile che malori improvvisi mortali, infarti a catena, ed eliminazioni varie in varie forme, tra cui una assai clamorosa, non esistano nella narrazione palamarica, e che vengano citati solo casi perlopiù stranoti accomunati dal minimo comun denominatore della "temibile cupola rossa" o, peggio, utilizzando la insopportabile terminologia pseudo complottista "poteri forti" ?! Certo che è possibile, anzi "necessario" e coerente con la operazione "librum" in corso. E di gladio e cupola nera e molto altro neanche l'ombra nella letteraria narrazione delle Palamareiadi. 1. PARTIAMO DALLA ASSERZIONE PIU’ IN VOGA TRA I RIPETITORI MEDIATICI DELLA "CORRENTE PRINCIPALE" Scrive Sallusti, e riporta da Palamara in forma di intervista: “ Un procuratore della Repubblica in gamba, se ha nel suo ufficio un paio di aggiunti e di sostituti svegli, un ufficiale di polizia giudiziaria che fa le indagini sul campo altrettanto bravo e ammanicato con i servizi segreti, e se questi signori hanno rapporti stretti con un paio di giornalisti di testate importanti – e soprattutto con il giudice che deve decidere i processi, frequentandone magari l’abitazione… Ecco, se si crea una situazione del genere, quel gruppo e quella procura, mi creda, hanno più potere del Parlamento, del premier e del governo intero. Soprattutto perché fanno parte di un «Sistema» che lì li ha messi e che per questo li lascia fare, oltre ovviamente a difenderli". Questa considerazione si presta ad esser comparata con quanto detto anche di recente e pubblicamente da Edward Luttwak in una trasmissione televisiva ove, attaccando frontalmente quella che considera la “anomalia italiana”, indicava come il problema dei problemi il c.d. strapotere “caotico“ della magistratura italiana, da abbattere. E ci credo: senza la magistratura italiana avrebbero agito totalmente indisturbate forze e strategie sotterranee terroristiche o non convenzionali che hanno insanguinato o condizionato pesantemente lo Stato italiano dalla fine degli anni sessanta. Ma anche e soprattutto esse hanno lavorato ad accerchiare o “cecchinare” uomini chiave. Non stupisce quindi che sia stato sollevato il problema della "magistratura italiana indipendente" e del controllo diffuso di legalità", lamentandosene, da un importante stratega politico militare, in pensione, ma ben attivo, autore del notorio testo “Strategia del colpo di Stato. Manuale pratico" *1. Ora torniamo alla sfacciata asserzione palamariana. A chi si riferiva Palamara, non certo a qualunque magistrato capace. E quale è il senso profondo di quel che argomenta se lui stesso afferma che gli sgraditi a poteri forti vengono cecchinati?! Ma come, conosce dal 1998 il sottoscritto, sa vita morte e miracoli di quello che è stato fatto, e di cosa avessi toccato con le indagini OIL FOR DRUGS ed OPERATION PUERTO, sa bene come lavoravo e con quale team affiatato, monitorò la iniziativa Cecchignolese, e la butta sul “potere del singolo” che annichilisce potere politico e potere esecutivo ?! Non quadra, se non solo proprio con riferimento a un pugno di magistrati “cooptati”, e dei cooptatori nisba. E sulla ridda delle nomine Palamara si affanna a sottolineare che la scelta ricade comunque su tanti capaci, ma dimentica che è/era impossibile per la scalata della cordata deviata controllare ogni postazione, e tutte le pedine, un pò per il gioco distributivo delle nomine, ma soprattutto per le caratteristiche deeentrate e puntiformi del nostro sistema giudiziario (oltre cento Procure ed il controllo di legalità diffuso tra tutti i giudici tenutari della chiave della porta di accesso alla Corte Costituzionale, come illustrava anche Calamandrei nel 1948). Sicchè i capaci indipendenti passano comunque per un filtro/colino che a sua volta non può essere a maglie strette per difficoltà "tecniche". Perugia difatti gli è sfuggita di mano per due volte consecutive. La semplice verità è che solo chi ha adottato per attuazione della volontà di terzi sovraordinati “la strategia della eliminazione dei magistrati capaci, in favore dei controllabili e non indipendenti” allineandosi alla linea che ha burocratizzato e "piramidalizzato" in particolare le Procure nel 2004, conserva un interesse specifico a ragionare nella dimensione strategica finale del depotenziamento e sottomissione della magistratura, brandendo di fatto anche lui la scure da usare indistintamente, in blocco, per la «magistratura,nel suo complesso, anomalia anche secondo lui di/nel «Sistema» (organizzazione sua e di chi gli è stato accanto e sopra). E proprio quella diffusività del controllo di legalità e la attenuata verticalizzazione delle Procure mediante una interpretazione costituzionale, sono invece una delle controprove principe con la grandezza dell'impianto costituzionale della sua attuale "vivenza" e vitalità. Palamara non ha abrogato la Costituzione e neanche chi gli stava accanto e sopra: la stavano aggirando e imbrigliando con metodiche illecite e strumentali, mediante una organizzazione che ha posto in essere anche o soprattutto condotte illecite ed illegali. Altro che "poteri forti": una cupola anche criminalmente rilevante e latu sensu "politica" si apprestava ad occupare irreversibilmente uno dei gangli fondamentali dello Stato costituzionale italiano. Così per converso si spiega invece bene l’abbraccio odierno con una determinata "porzione" di quello che lui chiama «Sistema» e che noi appelliamo invece con ben altra terminologia di rilievo penale. Palamara, interrotta la sua mission dall’intervento di legalità della magistratura perugina, sceso dal carro ed usato come capro espiatorio, anche per sviare la attenzione pubblica sulla complessità e più profonda gravità del fenomeno e sulle forze motrici, continua a lavorare per il polo della strategia che ha interesse primario alla eliminazione del caso italiano con il definitivo asservimento della magistratura indipendente. Mica stupido e per niente ragionante solo in termini etici e da pentito. E poi sfacciatamente lo dice : "continuo a far parte del «Sistema» (organizzato). Vi è chiaro ?! Spiego ancora. La cupola “rossa” che lui indica fumosamente ha agito a cavallo della epoca P2 in effetti potenziando il potere della magistratura, facilitato inizialmente dal ruolo di supplenza e dal vuoto della politica (ma anche il vuoto non è stato agevolato e costruito da vertici politici in senso ampio?!). E sin qui a mio avviso merito e non demerito. Questa area ha mimato le vecchie dinamiche di controllo, è vero, ma ragiona in termini opposti a quelli di chi auspica il finale depotenziamento della indipendenza del potere giudiziario. E però non si parla, solo di veri magistrati militanti equilibrati nella funzione, in un ruolo indipendente. Anche questo è certo. E i fatti svelano condotte e collegamenti "insani". 2. Torniamo al Caso Paolo Ferraro (mai per autoreferenzialità, sia definitivamente chiaro). Si può contemporaneamente pestare i piedi all’una ed all’altra componente della cordata ascendente nella magistratura, e ad interessi internazionali collegati al mondo importante dello sport, così concentrando la attenzione distruttiva anche esterna ?! Ed al contempo subire le rivalità e mene distruttive suscitate, in una logica aggiunta di mobbing personale ?! E sempre al contempo subire pure la vendetta (che aleggiava “premonita” da Nello Rossi già dal 1996) per un articolo paginone su quotidiano a tiratura nazionale che aveva implicitamente svelato ante litteram una realtà le cui componenti sotterranee e niente affatto coerenti con la migliore missione costituzionale, rendevano duramente critico il magistrato democratico per valori e aderenza ai soli fini costituzionali ?! E si può pagare anche il consolidato ruolo di opposizione critica interna con disvelamento di inciuci e trasversalismo nella mailing list di M.D. (2004) ?! Si può, si può. E perchè si concretizzi l’altrui agognato obiettivo di distruzione si deve brigare per decenni e amalgamare bene il fronte distruttivo, quando si verta di un magistrato non attaccabile sul piano professionale e deontologico. Poi si deve agire in modo sotterraneo, e nel caso di specie costruendo una strategia impensabile con supporti esterni e professionalità varie. Una “scelta condivisa” confessava nel 2011 Francesco Bruno, che la sa ben lunga di tutta questa roba .... E qui è l’altro nodo: sino alla metà degli anni novanta agivano prevalentemente in prima persona, di nascosto certo e usando proprie pedine interne o limitrofe, prevalentemente. MD era una associazione in movimento di magistrati, e ad essa si giustapponeva una cellula segreta tipologicamente settaria (di cui sono venuto a conoscenza resa consapevole solo dal 2011 in poi): poi venne l’ascesa con il definitivo “salto ad organizzazione”, sul quale arringava sulla fine degli anni novanta Nello Rossi nei consigli nazionali di MD. Infine negli anni duemila la alleanza anche strumentale Cascini-Palamara, e la forbice/schiaccianoci che occupava in crescendo la magistratura con ausili esterni e di apparati non intranei ben schierati. E questa roba non c'entra con la M.D. storica ma con la deriva costruita anche dal suo interno negli anni duemila, sì. E abbiamo nomi, fatti e prove dirette e indirette. E, certo, più in generale vi fu un cemento rosso bruno che si saldava (2), con apporti variegati dei servizi militari, come è ovvio che sia. Gladio rossa-gladio bianco/nera, come aveva subito indicato Francesco Cossiga in una nota lettera al Presidente della Camera dei deputati all'inizio degli anni novanta. Manodopera di "elite" funzionale ed indispensabile. Lì si collocano nel 2008 la iniziale operazione Paolo Ferraro ed i contributi incrociati, e lì compare una dimensione Gladio/militare di supporto, oserei dire sproporzionata per il livello di elite impiegato e dimostrato con le prove dela grandediscovery (si voleva centrare l'obiettivo ed affondare la piccola corazzata forse sopravvalutata e forse no). Poi, a disvelamento avvenuto, la immediata gestione repressiva ad opera della medesima sponda opposta del cemento sotterraneo saldatosi, con supporti professionali legati a stretto filo con servizi segreti e carri di potere collegati. Ed anche nel 2009-2010 l'obiettivo primario era la distruzione totale, considerato che l'attezionato diveniva anche il testimone principale reso più consapevole da quanto subito e posto in essere. Infine viene nel 2011-2013 la congiunta e “condivisa” azione finale di eliminazione - dopo la mia denuncia con memoriale a Perugia - nell’alveo para-istituzionale ed all’interno della magistratura, sempre con supporti professionali, dietro la "facciata tecnica" legati a stretto filo con servizi segreti e carri di potere in parte nascosti. Ma il tutto gli è progressivamente sfuggito di mano, pur avendo strategicamente collocato Giovanni Ferrara ex Procuratore di Roma nel Ministero dell’Interno come Sottosegretario con delega ai servizi civili (2011-2012). Persino l’accerchiamento/cerchio di delimitazione e confinamento complottistoide .. su cui avevano tanto “investito” gli è stato in capo a due anni ritorto contro. Ogni tappa (e ve ne sono altre estremamente significative) la abbiamo scandita e didascalicamente illustrata, con documenti, analisi. prove dirette ed indirette. Nel 2018 la svolta di Palamara, tornato a radici mai esplicitate, e la messa all’angolo di MD, previo patto di ferro tra Unicost ed M.I., lo scontro con Pignatone, le indagini di Perugia e dieci anni di grandediscovery e serrata informazione e formazione delle sacche di legalità istituzionali, che infine vedevano centrato l’obiettivo. Ed ecco nel 2018-2019 i colpi di coda e tentativi distruttivi disperati e di corsa, questa volta dell’area che Palamara definirebbe rossa (noi usiamo ben altre categorie). Poi l'esaurimento dei protocolli e la retromarcia sempre più vistosa, mentre crescevano le indagini di Perugia e le conseeguenze istituzionali di queste. Ma i magistrati seri e perbene di M.D: che c'entrano con tutto questo: sono stati tutti assorbiti dal progressivo golpe interno silenzioso ?! Ed è per tutto ciò che usiamo quale pass partout universale il CASO nostro: perché questo ricostruisce a tutto tondo dinamiche ed intrecci con prove dirette anche multimediali in modo esaustivo, e cristallizza nelle sue diverse fasi un cemento trasversale saldato e logoratosi poi. Capito ?! No ?! Tutti continuano ad avere interessi convergenti nel silenziare il Caso Paolo Ferraro, dentro la magistratura per distinti motivi riferiti ad entrambe le componenti indicate, perchè Palamara fu coinvolto anche in prima persona e ha tanto di proprio e tanto di condiviso da nascondere, perchè le realtà militari che hanno agito devono assicurare il segreto (e non vi dimenticate della grandediscovey 2 e grandediscovery 3 2014-2015), perchè una vicenda bomba atomica come questa, se disvelata ufficialmente, travolge tutti quelli che hanno agito e contavano, indistintamente, e il sacrificar Palamara con l'operazione "librum" in corso risulterebbero vani. MA Ma c’è un ma: la forza costituzionale sana rappresentata dalla magistratura veramente indipendente e la particolarità unica del sistema giudiziario italiano, sino ad oggi rappresentata plasticamente dal lavoro di indagine della Procura di Perugia. E’ possibile che questa non si fermi un attimo prima del meglio, come vorrebbero?! No: di più, è probabile, magari non tantissimo, ma probabile. La Costituzione e la indipendenza della magistratura sono una cosa seria e vera, ancora, nonostante tutto. In fondo se una trama è illegale e coinvolge trasversalmente, resta una trama criminale organizzata e qui soccorre anche l’articolo 416 bis e non bis del codice penale, poteri forti o poteri altri volenti o non volenti. Di qui l'attacco più o meno esplicito di una parte del main stream alla Procura di Perugia. Di qui anche e senza forse la operazione "librum", a nostro modo di vedere. E si vanno scannando a colpi di querele, suscitate dal "librum", "scegliendo" di scontrarsi sul "condiviso" campo delimitato dalla "operazione librum". Un campo inquinato più che altro dalle omissioni e dall'indicibile nascosto, da Palamara, anche nell'interesse dei suoi divenuti interni avversari della ultima ora, oltreché degli spezzoni segreti e professionali coinvolti. Sulla grandediscovery irta di prove insormontabili nessuno osò e nessuno osa, ma la speranza di silenziare e seppellire con tutto il messo in gioco, non fa più da sostegno solido al SILENZIO condiviso. Se ne stanno zitti anche per proteggersi e per non attirare la attenzione. Intanto Perugia prosegue, nel serio silenzio di legge, e non se ne sa nulla. Ecco, questa è la magistratura che ha già preso trenta e lode in diritto costituzionale, e tra non molto vedremo se si sarà specializzata, e a pieni voti. Paolo Ferraro
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