LA LETTERA DI "NON DIMISSIONI" del 13 dicembre 2012 Maggiori informazioni
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A
chi ha scritto il pezzo reintitolato da me " UN GLADIO NEL
VENTRE DELLA DEMOCRAZIA", ad L.G. , che per un
buffo caso del destino ha per iniziali di nome e patronimico, “L”egge
e “G”iustizia , mando un saluto affettuoso pubblico; ma
lo mando anche anche ai destinatari della lettera di
non/dimissioni al CSM, affinchè prendano esempio da chi fa
professione di cultura intelligenza e pura concezione delle
istituzioni e della legalità, ma non fà il magistrato.
In
data odierna mi è stato comunicato che il CSM mi ha espulso
dall'ordinamento giudiziario con "dispensa per malattia "
.. Questa malattia si chiama indipendenza libertà e fedeltà ai
valori ed alla Costituzione . Siamo inguaribili.
PAOLO
FERRARO
AGLI
ONOREVOLI MEMBRI DEL CSM appresso elencati
CSM
Comitato di Presidenza
MICHELE
VIETTI Vice Presidente Componente eletto dal Parlamento
Componenti
di diritto
ERNESTO
LUPO
GIANFRANCO
CIANI
Componenti
eletti dal Parlamento
ETTORE
ADALBERTO ALBERTONI
GUIDO
CALVI
ANNIBALE
MARINI
FILIBERTO
PALUMBO
GLAUCO
GIOSTRA
NICOLO'
ZANON
BARTOLOMEO
ROMANO
Magistrati
con funzioni di merito
VITTORIO
BORRACCETTI
TOMMASO
VIRGA
PAOLO
ENRICO CARFI'
FRANCESCO
CASSANO
FRANCESCO
VIGORITO
PAOLO
CORDER
PAOLO
AURIEMMA
GIUSEPPINA
CASELLA
GIOVANNA
DI ROSA
ROBERTO
ROSSI
ALBERTO
LIGUORI
ALESSANDRO
PEPE
MARIANO
SCIACCA
Magistrati
con funzioni di legittimità
ANIELLO
NAPPI
RICCARDO
FUZIO
OGGETTO
Non dimissioni dall'ordinamento giudiziario e preavviso di
autoritativa declaratoria di decadenza ai sensi del combinato
disposto degli articoli 71, 129 e 130 TU. I C. S. ed artt 3 e 4 RDlgs
n. 511 del 1946
Con
la presente il sottoscritto dott. Paolo Ferraro, nato a Roma il
23/7/1955 inoltra le sue non dimissioni dall'ordinamento giudiziario
/ preavviso di autoritativa declaratoria di decadenza .
Le
mie dimissioni dai membri di codesto CSM sopra elencati, dai
magistrati indicati per brevità e sintesi, nel memoriale del 7 marzo
2011 e nella MEMORIA del maggio 2012, e nelle memorie esposto del 9
ottobre 2012 e 3 novembre 2012, e dai magistrati loro limitrofi se
non affiliati, in altre sedi .
A
voler essere come al solito espliciti e trasparenti, devo dire che
l'idea di essere avviato per “eventuale dispensa “ ad una
commissione di medicina legale collegiale, militar integrata o meno,
( io che ho denunciato le deviazioni di una porzione e di settori
dell'esercito e delle psichiatria arruolata anche ) non mi sorride;
aldilà della circostanza che anche ai distratti questo possibile
epilogo, apparirebbe come una sorta di legge del contrappasso,
comportante vari rischi specifici, ulteriori e diversi dal mero
giudizio “dinamico“ programmaticamente “perseverato” ai soli
fini formali della mia mera dispensa/destituzione e delegittimazione
e altrui programmata distruzione.
In
fondo di cosa debbo lamentarmi ?!
Ho
fornito il massimo delle prove storico documentali su una sorta di
gladio sotterranea, su incroci tra vertici militari e deviati, ed
intrecci di rapporti con il piazzale clodiense della giustizia , su
una trama e vicenda personale che appare eclatante, e ciò nonostante
la patologica idea della negazione ed inversione, coltivata da
codesti membri del CSM, talmente tanto palpabilmente resa visibile da
imbarazzare, un tantino.
HO
dato al paese la prova storico documentale di gruppi concreti, delle
loro modalità operative, di progetti utilizzati ancora come il
progetto MK ULTRA e di cosine poco edificanti come attività
esoteriche fatte non tanto e solo di uso e traffici di sostanze
stupefacenti ( ad hoc ), di parafilia, ma anche di pedofilia e
rituali ed altro . Follia malata altrui, nota al Ministero
dell'Interno che con la analitica e nota circolare del 2006 istituiva
un quadro ed una struttura di intervento appositi. Lo dispensiamo
?!?1
Comunque
una piccola soddisfazione me la posso togliere : le frasi da me
indicata nella lettera aperta dell'ottobre 2011 e messe in nota a
vostra deliberazione dell'ottobre 2011 e dell'ottobre 2012 , a prova
di patologia , sono semplici citazioni della elaborazione del più
“solido” stratega politico militare del Pentagono e delle dirette
conoscenze dello psichiatra criminologo che di quelle trame .. sin
dalla fine degli anni settanta, conosce anche i minuti particolari .
Per favore non fate un procedimento per “eventuale “ dispensa
neanche ad Edwuard Lutvack 1( NOTA 1 ) e al prof. Francesco Bruno,
che qualcuno si potrebbe ammusonire . Piuttosto se proprio volete,
fatelo ex post , alla memoria , ma se proprio volete sfogarvi, all'ex
maggiore Adriano Magi Braschi
“Un
ruolo particolare in tale fase lo ebbe l’allora maggiore Adriano
Magi Braschi (discendente di un fratello di Pio VI, il papa che
condannò la Rivoluzione francese, poi morto in prigionia). Quando i
carabinieri del Ros compirono nella sua villa la perquisizione da cui
provengono i documenti che stiamo attingendo, restarono per un attimo
in silenzio, fermi sulla soglia della cappella dove, di fronte a un
grande Vangelo di Giovanni aperto, c’era una spada templare infissa
nel suolo che proiettava la sua ombra a forma di croce sulla parete.
Un’immagine che la dice lunga sullo spirito dell’uomo. Magi
Braschi era un templare del XX secolo” Aldo Giannuli, Il Noto
servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro, Tropea Edizioni, settembre
2011, Milano, pg. 119-120.
E
ovviamente non occorre essere responsabile di università gregoriana
per saperle queste cose , ma per “conoscerle attivamente” forse
sì .
Comunque
coltivo la non sopita speranza che non si facciano “dispense”
almeno agli autori della relazione rapporto del 1996 ad opera dei ROS
dell'arma dei C.C. .
La
mia denuncia di eversione non convenzionale e trame , ricadute in
parte “ima” su di me .. si ricollega a consulenze e informazioni
istituzionali e riservate anche .
Le
mie dimissioni/non dimissioni preannuncio di decadenza , in fondo
sono solo dimissioni da processi ( sequenze di fatti ed accadimenti
di rilievo storico istituzionale politico ) che stanno svuotando
costituzione regole e diritto, nel cuore dello Stato nostro e mio,
anche.
Le
mie sono dimissioni da impunità devianza e copertura, e poi lo sono
anche da chi, “solo per affetto” ( ?! ) mi ha ripetutamente
“invitato” a “piegarmi “ perchè “una brava persona è un
bravo magistrato” e io sarei entrambi, a detta anche di colui il
quale con nome e cognome certi stà in elenco non visibile, come uno
dei destinatari virtuali, delle mie dimissioni .
Una
curiosa scelta “dialettica” : mentre non mi dimetto dalla
Costituzione formale mi dimetto mediante mera preavviso di decadenza
, per mere “ragioni “ di autotutela e difesa personale e
nell'esercizio di un diritto esimente, al fine di salvare me dal
pericolo di un grave nocumento nella persona , coartato dalla
necessità, dall'ordine giudiziario “sostanziale“ che mi appare
prevalso nel 2012 ( MORTATI, uno dei costituzionalisti e padri
fondatori che ha ispirato la mia scelta fatta già da “ragazzino”,
indicava il principio, e insomma tra Stato apparato e Stato comunità
e Costituzione formale e Costituzione sostanziale mi ero barcamenato
sino ad oggi : un ragazzino con i valori della Costituzione nella
scelta, poi un “magistrato ragazzino”, allora , che non ha potuto
essere vilipeso intimidatoriamente per la sua giovane età, ma per
mere ragioni di diversa sede geografica peninsulare delle sue
funzioni ).
Sono
entrato in magistratura a ventotto anni con già otto anni di
variegate esperienze, ne ho passati ventotto nell'ordine giudiziario,
sino ad oggi . Ma resto dentro per i prossimi 18 attraverso la mia
idea di dovere e con l'esempio che ho dato, proprio in questi ultimi
due anni in particolare. .
Ho
conosciuto di recente tra il 2009 e 2010 il dovermi accucciare
colpito, ho dato tutte le mie capacità , e ho intravisto personaggi
inferiori e scarsi fare cordate inutili e autodistruttive di valori e
ruolo, e guardarli con disprezzo , ma dietro le spalle .
Non
ho conosciuto “l'obbedienza “, ma l' indipendenza, l'equilibrio
la professionalità, l'aggiornamento professionale e “culturale “,
la disponibilità nei confronti di tutti i colleghi senza remore né
limiti, e “pensavo” ingenuamente che solo questo questo venisse
richiesto ad un magistrato che ha giurato fedeltà alla Costituzione.
Più le doti dirigenziali ed organizzative che possiedo in quota più
che cospicue e che sono una delle conchiavi di lettura di quello che
avete lasciato impunito e visto ordire , ma che avete anche
riconosciuto e travasato nella vostra delibera dell'aprile 2012 sulla
mia nomina a fascia superiore , mentre qualcuno diverso da me,
premeva e si faceva calcoli economici sulla mia promozione, come
fetta incrementata da aggredire ed accaparrarsi ( ! ) .
Lascerò
i tanti magistrati ancora veri e perbene, ed alcuni che si sono pur
dimessi dentro di sé, in non ottime compagnie , e chiedo loro di non
dimettersi mai se non per ragioni di salvezza e di emergenza finali e
magari nella forma indiretta in cui lo faccio oggi, preannunciando la
mia “ mera “ ipotizzabile decadenza , col consueto anticipo ,
lungimirante .
E
sempre che per disperazione codesto autorevole organo , ma voi
membri, dopo aver discettato di una malattia terapeutizzabile
inventata a tavolino per palesi motivi, non vi reinventiate un
provvedimento di dispensa secca assoluta che farebbe ridere a
crepapelle intere generazioni di giuristi ( sarebbe interessante
indicare la trama farmacopaica dell'oblio indotto e i fondamenti
deliranti della concezione dell'”entrare in sonno “ , ma mi
limito a dire : ma proprio a chi ha fatto nella sua vita
testimonianza del valore storico ed irrinunciabile della memoria ,
della memoria storica e del principio della verità -lealtà o verità
relativa - asse ordinante etico, andate a suggestivamente e
provocatoriamente “proporre” .. ciò con una deliberazione
suggestiva ?!?! . Irriducibili “sognatori” di poteri distruttivi
della individuale dignità e delle teste e spalle dritte, ma davvero
credete che una storia una vita un insieme di valori possano essere
manipolati , cancellati o piegati a colpi di decreti illegittimi e
perizie false più ricatto per uso di farmaci ?!?1 E chi volete che
si beva che quattro farmaci servissero a “guarire “ o che la
psicofarmacopea sia utile e necessaria a far fare il “bravo “
magistrato ?!?!?!
Un
solo rimprovero ai colleghi al lavoro, invece, poiché ora , uno per
uno , toccherà ai migliori di voi, ed ai veri magistrati seri ed
indipendenti : facendo fronte con “uno “ come me avreste avuto
varie chanche .
Il
tutto dinanzi alla tempistica di una operazione generale che corre
proprio contro il tempo, con finalità addirittura comicamente
“ingarbugliata“ , per quanto mi concerne. Nel perseverare, non
fatti i coperchi, il bollore nelle pentole è visibile ormai da
lontano e dai più , avveduti.
Si
prenda atto delle mie dimissioni virtuali pubbliche coartate dalla
necessità e del mio rimanere dentro i valori dell'ordinamento
giudiziario, piuttosto che della prospettata e “preavvisata”
decadenza autoritativamente indotta .
L'effetto
giuridico e la distinzione degli istituti contano meno, mentre a noi
consta che esempio e coerenza valgono certamente di più.
Allego
difatti un articolo scritto da un intellettuale, verso la fine di
ottobre, uno dei tanti che hanno scritto su queste buffe e cialtrone
vicende , dopo essersi documentato sino in fondo, mettendo in quello
che scrive anima, cura ed intelligenza .
A
lui che si chiama L.G. e per un buffo caso del destino ha per
iniziali di nome e patronimico, “L”egge e “G”iustizia , mando
un saluto affettuoso pubblico, ma lo mando anche anche ai destinatari
in intestazione della presente lettera di non/dimissioni, affinchè
prendano esempio da chi fa professione di cultura intelligenza e pura
concezione delle istituzioni e della legalità, ma non fà il
magistrato.
Roma
13 Dicembre 2012
PAOLO
FERRARO
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
C’E’ UN GIUDICE A ROMA.
La
“oscura” vicenda del giudice Paolo Ferraro, “illuminata“.
UNA
ORGANIZZAZIONE DI CASTA DEVIATA E SEGRETA:
"UN
GLADIO NEL VENTRE DELLA DEMOCRAZIA".
Forse
calerà il sipario in maniera ridicola e tragica su una vicenda che
ha dell’incredibile e che per certi versi sembra Kafkiana. Forse
nò.
Gli
elementi di un feuilleton fin siecle ci sono tutti e il mix che ne
deriva è davvero esplosivo. Cerchiamo di ripercorrere a grandi linee
questa intricata quanto assurda vicenda iniziando dal principio.
Tutto
comincia quando negli anni settanta ci si deve schierare, si deve
prendere una posizione netta, precisa, senza mezzi termini se si è
in buona fede e se si crede che sia un dovere dare il proprio
contributo grande o modesto che sia, per cambiare il mondo,
combattere l’ingiustizia, lottare per la libertà e la dignità
dell’uomo che in quanto tale è necessariamente soggetto di
rispetto e di dignità.
E
Paolo Ferraro si schiera, sì come tanti seguendo quelle teorie che
più sembravano voler poter dare all’umanità giustizia,
uguaglianza libertà. Si identifica con la sinistra, con quella più
radicale, più estremacon Lotta Continua, poi con il Manifesto,
Partecipa alle manifestazioni, lotta, s’impegna scrive articoli
infuocati ma mai banali, intelligenti cosa che lo pone sotto una
certa luce più vivida e diversa. Ma ll nostro unisce lo spirito
guerriero anche ad una profonda coscienza ed un alto senso del
dovere: studia, con impegno, non va a rimorchio del “sei politico”
non lo vuole, lo aborrisce, lo fugge vuole quello “che merita”,
quello che la sua intelligenza viva e corposa può ottenere e
rivendicare con orgoglio. Rivendica una formazione cristiano sociale
e “marxiana” ed il senso di militanza culturale ed intellettuale
: conoscere tutto ciò che l'opinione ufficiale e la conoscenza
tecnica richiedono, a menadito, e sovrapporre ricerca libertà di
pensiero approfondimenti e punti di vista alternativi con il metodo
ed il rigore appresi sin dal liceo, grazie al suo professore Marcello
Vigli, uno dei fondatori della rivista cattolica COM Nuovi Tempi.
Si
laurea in Giurisprudenza con media anche a pieni voti, lavora
dall'età di 20 come impiegato pubblico, fà esperienze di sindacato,
politiche, scrive su giornali, passa per gli uffici legislativi o
legali di una parte dello Stato , continua a fare l'assistente in
facoltà, poi fa il concorso in Magistratura, lo supera
brillantemente senza spintarelle, raccomandazioni, raggiri o meriti
di combattente e resistente ad oltranza.
E
qui, presa coscienza che il Magistrato è super partes e che deve
applicare quanto la Costituzione di questa disgraziata, parolaia,
smidollata ed anche insanguinata, Repubblica, e le sue leggi
impongono : fù una scelta dicotomica e per lui anche dolorosa: fare
il Magistrato e non fare più politica. Cioè mantenere sì le
proprie posizioni ideologiche, ma svolgere in modo imparziale il
proprio lavoro di rendere giustizia, anzi con una imparzialità
fondata sui valori della costituzione, ancor più determinata e
motivata .
Nonostante
la sua ”cristallina” militanza a sinistra che certamente non
mette in discussione la sua fede politica, all’interno di
Magistratura Democratica i suoi ex compagni non sono poi così
solidali con lui e le sue prese di posizione non sempre sono seguite
ed apprezzate, quasi vi fosse una differenza impalpabile ed a lui
incomprensibile .
Nel
1991 e 1992 Paolo Ferraro schierato accanto a Falcone eBorsellino ,
in uno scontro interno alla corrente dei magistrati, a lui allora
parzialmente incomprensibile nelle sue ragioni profonde . Poi capirà
e divulgherà in questo anno dal maggio in poi, la chiave di lettura
“appresa” .
Adesso
immaginate quello che deve aver provato una persona di questa fatta
quando, esperto in vari settori, anima riconosciuta per doti
organizzative e di informatizzatore delle attività giudiziarie, da
anni in conflitto con una area tanto lontana e avversa quanto
apparentemente vicina, a cinquantatre anni , all’improvviso, scopre
un nuovo mondo di nefandezze, di raggiri, di violenza e quel che
peggio di applicazione di mezzi e sistemi di condizionamento e di
riduzione di persone in uno stato di servaggio e schiavitù anche
psichica. Come una voragine gli si aprono davanti chiavi di lettura e
scenari grotteschi impensati, mentre da sempre criticava
consapevolmente andazzi coperti e trasversalità , senza averne però
colto il profondo ed occulto humus, ma per assenza di informazioni e
conoscenze ( nascoste queste a tutti, esotericamente anche , ma in
nome del segreto militare di Stato anche ).
La
sua ultima compagna di allora , che viveva in una palazzina
all’interno della Cittadella della Cecchignola la sede di diversi e
importanti Comandi militari dell’esercito italiano ma anche di
civili abitazioni destinate ad ufficiali e sottoufficiali militari,
era stata oggetto di una serie di trattamenti di condizionamento
mentale esercitati attraverso alcuni programmi speciali studiati
prima nei lager tedeschi e poi ulteriormente sviluppato e
perfezionato dai servizi americani che di quei programmi si erano
impossessati. Il giudice Ferraro, insospettito da strani movimenti
che avvenivano nel condominio in cui era l'appartamento che
condivideva con la compagna, e dopo aver sommato decine e decine di
dubbi e rilevazioni di fatti e circostanza poco chiare ( che chiama
ironicamente i cento indizi zero ) decise di procedere ad una serie
di controlli attraverso la registrazione compiute con un computer
portatile lasciato apposta acceso all'interno della abitazione in cui
viveva nella Cecchignola con la compagna ed il figlio dodicenne di
lei. Il risultato fu devastante: a precisi comandi vocali impartiti
da alcune persone il soggetto si trasformava completamente e compiva
atti e poneva in essere comportamenti davvero umanamente degradanti.
In queste situazioni off limits venivano coinvolti, oltre ad altre
persone anche dei minori su cui si consumavano degli atti di
pedofilia e di violenza morale e fisica.
E’
ben vero che la procedura usata ( registrazione ambientale ) non era
conforme al dettato della legge, ma per il principio giuridico
dell’urgenza e dell’urgenza che la situazione richiedeva i mezzi
usati diventano, de iure, leciti ed ammissibili.
Da
magistrato prima, ma anche da persona cosciente e consapevole della
responsabilità morale che doveva essere assunta, il dottor Ferraro
si rivolse subito nel novembre del 2008 alla Procura della Repubblica
di Roma, chiedendo che venisse aperto un procedimento e svolta
un’indagine approfondita sui fatti da lui denunciati. Il
comportamento della Procura fu molto più sconcertante: il consiglio
di riposarsi e ricorrere ad assistenza, le prove fornite erano delle
mere patologiche congetture, non sufficienti e molto indiziarie1.
Contemporaneamente si faceva capire al magistrato che sarebbe stato
meglio lasciar perdere “ togliti fuori da questa storia “ , in
quanto in ballo venivano chiamate istituzioni assolutamente
intoccabili come le Forze Armate e la stessa Magistratura.
A
questo punto le massonerie coinvolte nell’affaire, e che avevano
trovato il modo per infilare il puro magistrato in una situazione da
ricatto o addirittura tentavano di fargli fare inconsapevolmente il
“cursus honorum “ dei poteri forti e deviati, per indurlo a
passare da una altra parte rispetto ai suoi valori ed alla legalità
costituzionale, cominciarono a cercare di eliminare il pericolo Paolo
Ferraro “consapevole”, che nonostante tutto continuava
coerentemente per la sua strada, senza paura e senza minimamente
pensare di scendere a compromessi o peggio a mercanteggiare sulla
questione.
Viene
occultamente accerchiato da psichiatra deviato, al cui ausilio era
ricorso per “tutelare e salvare la donna della Cecchignola ed il
bambino “ , mentre una ridda di rapporti di mistificazione e
nascosta relazione si intessono tra alcuni parenti che scoprirà
vicini od avvicinati da queste aree deviate, una moglie separata e
fattagli conoscere dall'ambiente della Procura, anche essa
imparentata e legata a poteri forti di colleganza internazionale ( ma
lui scherzosamente chiosa ancor oggi “ a me Lucio sembrava un
giuggiolone professore universitario sciapito e troppo didascalico “
), mentre le fortune sospette del ricco fratello avvocato, da sempre
oggetto di suoi strali, privi di acrimonia, ed allontanamento
cautelativo, gli sarebbero esplose innanzi nella loro evidente
“matrice “.
Dopo
tutta una serie di intimidazioni implicite e non, un pomeriggio del
maggio 2009, mentre analizzava nuovamente gli audio e stava giungendo
a conclusioni definitive ragionate e ovviamente preoccupate, mentre
la vicenda era stata letteralmente “tombata “ in sede
giudiziaria, si vide comparire sulla porta di casa, tratto in un
tranello dalla ex moglie separata, due vigili urbani, tre infermieri
una psichiatra mai vista un medico di supporto e sotto casa appostati
i due fratelli e anche un figlio anagrafico di primo letto, salito
per recitare una pantomima agghiacciante e visibilmente manipolata,
ed un operatore comunale, oltre a due poliziotti municipali
vistosamente perplessi ed interdetti . La psichiatra dinanzi a un
comportamento attonito e stupito, avvisati a voce dal dott. Ferraro i
due vigili urbani della gravità di quello che stava accadendo,
improvvisò contro ogni evidenza una “certificazione “ al volo, e
il giudice Ferraro fu coattivamente condotto presso l'ospedale
Santandrea che aveva posto disponibile , contro la sua volontà,
impossibilitato a difendersi . Il giudice arrivato ivi denuncerà
immediatamente fatti e contesti, ma ragionando sul da farsi con il
medico di turno, palesemente non attivo e non partecipante
all'agguato , di entrare nell'ospedale, consapevole che non aveva
altra scelta. Lì per due giorni letteralmente a spasso fuori dalla
struttura , compilando test che, fatti di recente “non emergere”
e poi recuperati , dimostravano ovviamente il suo perfetto stato di
piena salute , salvo il “lieve stress” da sequestro di persona,
avrà un incontro con altro psichiatra richiesto all'esterno e
appartenente alla struttura alla quale era destinato che stilerà una
perizia falsa gravissima, dal giudice Ferraro ora documentata .
Nell'imbarazzo palpabile, e tra i commenti disincantati ma carichi di
simpatia del personale addetto al reparto, subirà allora un iter
“controllato” , pur dichiarando di voler uscire e sotto
permanente minaccia del TSO ( procedura e provvedimento mai attivati
) addirittura da lui fatta verbalizzare nella cartella clinica, a
futura memoria . La somministrazione inizialmente massiccia di un
prodotto dannosissimo per i sani, e che incide sulle facoltà mentali
e sui collegamenti delle sinapsi ( RISPERDAL), e di altro, lo terrà
annichilito , consapevolmente appiattato e stordito, ma scriverà a
mano la denuncia ed il promemoria dei fatti. Una degenza coartata,
alla quale, sotto la minaccia sopra indicata, non potè sottrarsi, e
un controllo prolungato volto a vagliare se o meno vi fossero segnali
di consapevole volontà di denunciare e proseguire nella strada
coerente con la sua storia, la sua sensibilità, il suo stesso ruolo
.
Dimesso
certificando la sua sanità di mente ed un mero episodio di “psicosi”
transeunte, “senza altre indicazioni”, da “eccitazione
reattiva” capirà poi che era finito nella struttura ospedaliere
“sbagliata”, cioè non organica al grumo deviato e pericoloso che
aveva agito, come confesserà ai suoi avvocati, a distanza di tempo,
lo stesso primario della struttura intimidito e preoccupato.
Al
lavoro sino al giorno del suo sequestro, in ferie con domanda gestita
dal suo personale che scioccato testimone della operazione lo aveva
affiancato e sostenuto, tornato in servizio lo stesso giorno delle
sue dimissioni , e continuando a lavorare con la fatica suppletiva
comportata dalla tortura chimico farmacologica inflittagli e
costantemente monitorata ( analisi del sangue ) verrà lasciato
“tranquillo “ come un leone ferito nella grotta, sino al febbraio
2010 quando scoprirà che addirittura ad un primo avvio tentato di
una procedura per dispensa, con richiesta subito archiviata, era
succeduto un secondo avvio di dispensa da lavoro. Capirà allora
quale fosse la posta in gioco, che si voleva eliminarlo dalla
magistratura e che non si sarebbe fermato il coagulo che aveva agito
sotterraneamente , chissà da quanto tempo . Nel luglio del 2010 si
concluderà la seconda procedura con un nuovo nulla di fatto ,
archiviata anche questa per assenza di elementi, mentre continuava in
silenzio a lavorare come sempre e dovendo anche chi si era attivatp
dovuto ammettere che la situazione lavorativa del giudice Ferraro era
ben più che ineccepibile.
Dall'agosto
del 2010 l'indomito giudice , ripartirà, scegliendo la via della
verità e della legge, ricostruendo minuziosamente dati, fatti,
ascendenze, rapporti , e poi , con ausilio di due avvocati
coraggiosi, arriverà letteralmente ad incastrare il primario del
Santandrea con sue ammissioni inequivoche .
Nel
frattempo tra minacce e pressioni, avvertendo come suo costume di
magistrato impegnato , i colleghi di ufficio, scoprendo però che il
livello di omertà o partecipazione non passiva era più esteso
all'interno dei vertici della Procura, di quanto avesse potuto
immaginare, arriverà sino al gennaio 2011, Lì una ennesima
riapertura del procedimento per “dispensa“, per intimidirlo od
eliminarne definitivamente la “ingombrante “ e “autorevole “
presenza. Ricostruirà anche le ragioni personali e antiche,
antefatti da lui sottovalutati, da persona sana e serena , non in
grado nemmeno di pensare a complotti orditi, allucinanti ed assurdi.
Al
gennaio 2011 ripartito il tentativo, pronto al confronto con una
realtà da lui prima non potuta cogliere , preparerà un memoriale
che rimane pubblico agli atti della storia, denuncerà il tutto con
una congerie di prove e dati , il 7 marzo del 2011, e continuerà a
lavorare come sempre, sorvegliando la cordata criminale che lo aveva
assediato.
Siccome
le disgrazie o le fortune, a seconda dei punti di vista, non vengono
mai sole, il Dottor Ferraro, per puro caso, non solo sventò con
l'aiuto intelligente del suo personale un tentativo di infiltrazione
del 14 e 15 marzo 2011( una relazione di servizio che la dice lunga
su quanto e come si muovesse attorno a lui) e vide uscire dalla
stanza del collega che più direttamente sorvegliava ( annotandone
rapporti e frequentazioni in ufficio pomeridiane ed anomale) il 23
marzo 2011 alle ore 19 c.a , una bella donna mora che lo colpì
moltissimo attesa da un ometto in gessato grigio . Lì per lì non
dette particolare importanza al fatto anche se aveva annotato che la
cosa avveniva con molta circospezione e molta “discrezione” da
parte del collega. Solo alcune settimane più tardi, leggendo i
quotidiani, si poté rendere conto che la signora bruna altri non era
che Melania Rea od una donna identica a lei. Forse era andata
inconsapevole dal magistrato e ivi condotta, cadendo in un trappola,
per denunciare l’attività di questi gruppi segreti, di queste
cellule massoniche deviate, all’interno dell’Esercito e nella
fattispecie pratica, della caserma Clementi di Ascoli Piceno;
all’interno della quale svolgeva la sua opera il marito Salvatore
Parolisi. Costui non faceva opera di seduzione solo a fini personali,
ma in quanto forse poco cosciente partecipe dei programmi MK Ultra e
Monarch che l’esercito o il coagulo deviato nell'esercito
sperimentava per fini segreti all’interno delle caserme, per
preparare e condizionare mentalmente individui e soprattutto belle
ragazze da destinarsi a compiti speciali d’impiego.
Continuando
nella sua crociata Paolo Ferraro poté mappare con sicurezza tutta la
rete di connivenze e di interessi innominabili ed impensabili che
sottendevano il caso. Tra le scoperte più eclatanti ci fu la
scoperta di una rete di psicologi e di psichiatri deviati che
svolgono un’intensa azione fuorviante e condizionante all’interno
della magistratura ed in piena sintonia con vertici deviati, e che
facevano capo a tutta una serie di “intoccabili” , alte teste
d’uovo dei due settori, ma a loro volta erano in coordinata,
necessaria sintonia con il mondo militare “omologo “ .
Il
MEMORIALE, la MEMORIA sui fatti che legano partecipativamente gli
“alcuni parenti “ deviati ed irretiti, e
l'ESPOSTO/DENUNCIA/MEMORIA AL CSM ultimo , tutti muniti di link che
collegano a documenti, audio registrazioni, banche dati e prove, sono
reperibili in INTERNET nei siti della “grandediscovery “
Da
essi tratte le notizie e gli elementi sopra brevemente riassunti .
La
mossa di denuncia dei vertici della Magistratura romana alla Procura
della Repubblica di competenza, cioè quella di Perugia, fu un atto
dovuto: la pratica è giacente e ragionevolmente in via di completo
insabbiamento come da miglior copione in materia.
La
successiva convocazione presso la magistratura teramana, ivi sentito
sulle attività deviate oggetto della sua denuncia e sulle prove ,
con riferimento generale alle vicende militari scoperchiate e alle
cointeressenze connivenze e coperture, il suo deposito in quella sede
della BANCA DATI del progetto MK-ULTRA ( da lui stesso messa a
disposizione in rete ) il suo lavoro intellettuale e pubblico sono
fatti notori . Come gli sviluppi di intimidazione e terroristici
patiti da magistrato ed ufficiale di pg del teramano e nell'ambiente
.
Penso
sia superfluo rimarcare la incredibile situazione psicologica che
umanamente ha dovuto affrontare il magistrato, quale tipo di kafkiana
realtà abbia dovuto ed ancora debba vivere una persona proba ed
onesta, e quale sia la sua capacità di resistere con serenità di
fondo , mostrata a tutti .
Come
al solito certe situazioni ti cambiano la vita: aprono orizzonti
sconosciuti ed impensabili, distruggono certezze, credenze, rocciose
certezze ideologiche ed aprono gli occhi mostrando che le persone per
bene, oneste, probe e solidali non hanno colore, non hanno
appartenenza politica od ideologica..
Ma
solo chi è dotato di un carattere morale a prova di bomba e, se mi
consentite di una fede incrollabile, può affrontare certe situazioni
che potrebbero tranquillamente portare alla follia. Si ha la
possibilità di scoprire chi è veramente in buona fede, chi possa
dare una mano, di chi fidarsi e di chi no e la sorpresa grande, per
il Dottor Ferraro, è stata quella di scoprire che sono stati molti
leali ed in buona fede avversari politici a dargli una mano tra
questi i “fascisti” di Forza Nuova ed il suo capo Roberto Fiore:
sembra quasi una pena del contrappasso, calmierata dalla piacevole
sorpresa che valori di fondo e valori fondati sulla persona e contro
devianze poteri finanziari militari e deviati statuali accomunano
ideologie antiche in fase di odierno consapevole e condiviso
superamento . Certe situazioni rompono gli schemi e spesso il
soggetto diventa il polo di coagulo per tutti quelli che
indipendentemente dal colore politico si riconoscono nella verità e
nella giustizia e sono disposti a lottare e, se necessario a
sacrificarsi per esse.
Nel
frattempo il giudice Ferraro è stato fatto oggetto di attentati e di
una campagna di diffamazione sorda e sotterranea: gomme tagliate al
camper, telefonate minatorie, furto del camper medesimo, ma
soprattutto la reiterazione del provvedimento di sospensione dalla
professione di magistrato.
Ma
la sua impostazione e battaglia , niente affatto individuale, ha
fatto crescere la sua notorietà e la stima di lui in svariato
ambienti mentre un lavoro informativo e formativo durato un anno e
mezzo stà dando primi corposi frutti nel paese.
Ad
oggi stà preparando un ultimo DOCUMENTO di esplosiva rilevanza con
prove ulteriori [ ndr Espoto/memoria poi depositato il 3 novembre
2012 ] e l'eco della sua battaglia vede attonita assistere una
cospicua parte del foro di Roma , consapevole ormai.
Qui
di seguito allego La memoria esposto denuncia ultima presentata dal
giudice “anche “ al CSM, che non ne ha potuto tener conto,
depositata il 9 ed emesso il provvedimento “preconfezionato “ il
10 ottobre , quasi da locomotiva in discesa senza freni. Risulta allo
stato confermato il provvedimento di sospensione dalle sue funzioni
lavorative fino al mese di dicembre trascorso il quale potrebbe
essere destituito in maniera definitiva. Ma gravi fatti ulteriormente
scoperchiati aleggiano su un CSM sempre più messo all'angolo , per
la prima volta da un magistrato “solo “ onesto e “irriducibile
“ quando si parli di legalità Stato ( vero ) e criminalità in
colletti bianchi o meno .
Come
vedete la vecchia Unione Sovietica ha fatto scuola insieme agli altri
regimi totalitari violenti non legati al popolo: chi è “pericoloso”
insidiando lo status quo solo perchè persona pura e capace , da
fermare, viene internato in un manicomio, o fatto passare da pazzo:
certo i sistemi usati oggi in una repubblica democratica e libera
sono molto più sofisticati e meno appariscenti di quelli che
venivano posti in essere da un regime comunista, ma anche in regimi
militari di ispirazione statunitense ( il Cile di Pinochet ), ma i
fini sono sempre gli stessi; tentare di schiacciare chi vuole
giustizia, chi lotta per la legalità e la verità. Quello che
davvero spaventa è constatare il grado di corruzione, di
coinvolgimento, di omertà e di minaccia e di prostituzione a cui
siano sottoposti gli organi dello stato ed in particolare la parte
deviata del Potere Giudiziario e di istituzioni come l’Esercito,
che dovrebbero garantire la sicurezza e l’integrità dei cittadini.
Quel
che rincuora è che vi “è un giudice a Roma “ … e che nel caso
di specie la macchina della distruzione è stata definitivamente
inceppata, non potendo più architettare falsi e capziosi argomenti ,
mentre la gente , di fronte ad un lavoro encomiabile di denuncia
pubblica, stà prendendo le misure con il tema dell'oggi : una
alternativa epocale a poteri deviati ed oligarchie, per una società
a dimensione vera umana e per una politica ricostruita dal basso come
il nostro giudice và predicando e mostrando . L'utopia può divenire
realtà ?!?! a breve ne avremo la conferma, o meno.
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